di R. Fiore

San Rocco da Montpellier (Francia) è molto venerato a Triggiano, tanto che ogni anno a lui è dedicata una importante festa.
La biografia del Santo ha molte somiglianze con quella di San Francesco: anch’egli era ricco di nascita, ma preferì abbandonare le agiatezze e dedicare la propria vita al conforto e alla salvezza degli ammalati e dei sofferenti.
Vissuto durante il Trecento, il terribile secolo della peste, egli è noto e venerato per le sue doti taumaturgiche: giunse in Italia nel 1367 per recarsi in pellegrinaggio a Roma e si narra che bastasse il tocco della sua mano benedetta per guarire i malati appestati abbandonati dai loro stessi parenti.

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1982, Processione del Venerdì Santo. La Confraternita e il Priore sig. Didone

Proseguì la sua opera di conforto e di assistenza agli infermi, finché scoprì di essere stato colpito dalla peste. Di sua iniziativa o forse scacciato dalla gente si rifugia in un bosco. Qui un cane lo trova e lo salva dalla morte per fame portandogli ogni giorno un tozzo di pane. Da questo evento nasce l’iconografia che spesso lo ritrae con un cane al suo fianco che gli porge del cibo.
Il culto di San Rocco, dicevamo, è molto sentito e antico a Triggiano.
La Chiesa del Carmelo, sorta nel 1882 in piazza Vittorio Veneto, è anche nota a molti (erroneamente) come la Chiesa di San Rocco. Questo perché presenta, sulla sinistra per chi entra, l’altare dedicato al Santo e la sua statua. Realizzata in cartapesta, opera del maestro leccese L. Guacci, sostituì l’originaria, andata distrutta in un incendio nel 1914.
Nella Chiesa ha anche sede la confraternita e il suo Priore, fondata con atto giuridico del Notaio Giuseppe Carapella il 23 agosto 1776.
San Rocco muore a Voghera (Pavia) nel 1376 circa. Egli è il patrono dei malati infettivi, nulla di meglio che invocarlo oggi e chiedergli con la preghiera di allontanare da Triggiano e dal mondo il flagello del coronavirus.

2012, Uscita tela di S. Rocco dalla Chiesa del Carmelo