di R. Fiore

Divieti di assembramenti, psicosi, blocco di tutte le attività economiche, pericolo dagli infetti provenienti da altre città, fake news sui contagiati, rinvio delle elezioni, lamentele contro l’amministrazione comunale per la scarsa igiene nelle strade… no non stiamo parlando dell’epidemia di coronavirus del 2020!
Ci riferiamo invece all’epidemia di colera che colpì Bari e provincia intorno agli anni dieci del secolo scorso, migliaia di contagiati con una mortalità altissima.
E’ impressionante verificare le similitudini fra quanto avveniva 110 anni fa a Triggiano e quanto avviene oggi.
Buona lettura con questi estratti provenienti da articoli de La Gazzetta del Mezzogiorno dell’epoca.

Nella foto in alto, visita al lazzaretto di Triggiano, dove venivano tenuti in quarantena i contagiati.

Condizioni sanitarie (25 agosto 1910)
Le condizioni sanitarie di Triggiano non lasciano fino ad oggi nulla a desiderare, e, data l’insistenza delle voci che continuano a circolare di alcuni casi di epidemia esotica, abbiamo ragione di ritenere che esse siano messe in giro ad arte da fonte insidiosa.
Nella non lieta ora che volge per la nostra sventurata provincia non possiamo inoltre non meravigliarci come dati rigorosi provvedimenti emessi dalla Prefettura per evitare qualsiasi agglomeramento di persone comprese le funzioni sacre ed i comizi, non si siano date finora opportune disposizioni per rimandare le elezioni amministrative già fissate per il 4 settembre prossimo.
Un certo malumore (27 agosto 1910)
La salute pubblica continua ad essere ottima, ed al terrore dei primi giorni va subentrando una calma fiduciosa, specialmente dopo le severe misure preventive adottate dal Commissario prefettizio dott. Paolo Provvisionato, il quale si è dimostrato in questa circostanza un funzionario solerte ed intelligentissimo. Nessuna amministrazione era mai riuscita ad imporre un po’ di igiene, ed ora in pochi giorni l’energico Commissario ha saputo trasformare la poco pulita Triggiano in una cittadina linda, bianca e gaia, tanto che tutta la cittadinanza ne è entusiasmata.
Un certo malumore però abbastanza marcato va serpeggiando tra la popolazione a causa di molti cittadini che ritornano in famiglia dai comuni infetti per prendere parte alle prossime elezioni amministrative, fissate per il 4 settembre. Ieri per esempio arrivò una squadra di contadini dall’agro di Cerignola e San Ferdinando; la sera tornarono proprio da Barletta due commercianti, ed altri se ne attendono prima del 4 prossimo, tutti dai comuni infetti.
Non potrebbero essere costoro causa di una propagazione del morbo?!
Pensi il prefetto a tranquillizzare la cittadinanza tutta col rimandare l’epoca dei comizi.
Un caso di colera? (23 settembre 1910)
Ieri questa cittadinanza fu grandemente impressionata, perché si era sparsa la voce che un caso di colera si fosse verificato in ragazza dodicenne.
La ragazza denunziata, infatti, fu immediatamente condotta al Lazzaretto. Nelle ore pomeridiane arrivò il medico provinciale per osservare se veramente trattavasi di colera.
Fu fatta a Bari l’analisi batteriologica delle materie fecali e si trovarono prive del terribile vibrione. Trattasi invece di una della tante forme di gastroenterite in seguito ad una scorpacciata di peperoni e carrube in primo e poi anche perché questa ragazza era sofferente ed era stata parecchie volte attaccata da sintomi del vomito e diarrea.
Disgraziatamente questa povera fanciulla è stata attaccata in questi tempi, e subito si è favoleggiato e si è battezzato per colera.
Prova rassicurante sia, che la fanciulla da ieri sotto le cure dei medici, versa in condizioni migliori.
La visita dell’on. Abruzzese (30 settembre 1910)
Nelle ore pomeridiane di ieri, l’on. Antonio Abruzzese venne nel nostro comune per rendersi conto delle condizioni sanitarie locali. Quantunque giunto improvvisamente, fu ricevuto alla Casa Comunale dal commissario prefettizio dott. Provvisionato, e da uno stuolo di notabili del paese, i quali ebbero a stigmatizzare ancora una volta la precipitosa pubblicazione sui periodici italiani del voluto caso di colera di questi giorni scorsi, mentre non trattasi, come già accertato, dell’unico caso sospetto, verificatosi il 19, e per cui pendono ancora ricerche ed esami batteriologici.
Egli ebbe a constata l’incommensurabile danno prodotto al commercio, alle proprietà, dal falso allarme dato, mentre ebbe a compiacersi vivamente per le misure precauzionali igieniche adottate nel Comune, nel quale, manco a farlo a posta, da vario tempo non si muore più.