di R. Fiore

(nella foto sopra: 1969, Viale Aldo Moro in fase di costruzione, sulla destra è riconoscibile l’ospedale Fallacara)

Quando Suor Clotilde Fallacara spirava nel 1925, lasciava incompiuto il suo desiderio di ampliare l’ospedale di Triggiano da lei fondato, utilizzando i terreni circostanti di sua proprietà. Molti anni dopo la sua morte questo progetto era destinato a camminare sulle gambe del giovane professore Matteo Renato Campagna.
Siamo agli inizi degli anni sessanta e il Sindaco era Pierino Carbonara. Corso Vittorio Emanuele terminava in quella che all’epoca non a caso si chiamava Piazzetta Estrema (dove oggi c’è un’edicola); dopo iniziava la campagna e quindi non esisteva neppure quello che è l’attuale ingresso dell’ospedale, al quale invece si accedeva da via Dante.
E così il Sindaco Carbonara incaricò Campagna di relazionare in consiglio comunale circa il progetto della giunta di prolungare il Corso Vittorio Emanuele fino a congiungerlo con la strada provinciale per San Giorgio.
Il consiglio comunale approvò la relazione, ma poi purtroppo il progetto si arenò e fu accantonato. Bisogna aspettare che il prof. Campagna diventi a sua volta sindaco di Triggiano, nel 1967, affinché questo disegno di sviluppo ritorni all’ordine del giorno. I problemi non furono pochi, ma il più grosso da risolvere fu quello di riuscire a demolire una rimessa agricola abusiva che occupava il centro di quella che sarebbe stata la strada, ma che i proprietari si rifiutavano di abbandonare.
Alla fine tutti i nodi vennero al pettine, il progetto venne approvato e finanziato con un mutuo di 13 milioni di lire: il sogno che Campagna stava inseguendo da anni pian piano andava realizzandosi.

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1968, Aldo Moro a Triggiano. Sulla destra, di profilo, il Sindaco Campagna

E qui veniamo a una curiosità che poco conoscono: per risarcire l’Ente Fallacara dei suoli espropriati per la costruzione della strada, il comune si impegno alla costruzione di un tunnel che passasse sotto il corso per collegare la vecchia ala dell’ospedale a quella nuova che un giorno sarebbe nata. Fu così che il tunnel venne costruito alla fine degli anni sessanta e rimase sepolto e dimenticato per decenni, per essere poi attivato con il sorgere della nuova ala del Fallacara.

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2019, M. Campagna in compagnia dell’attuale sindaco Donatelli

La strada fu pronta agli inizi degli anni settanta e dopo la morte di Aldo Moro prese il nome del celebre statista. Si può dire che con questa opera pubblica Triggiano entrò nella modernità, aprì i propri orizzonti anche in direzione di San Giorgio con una grossa arteria di scorrimento, mentre prima l’unico accesso naturale era da via Casalino verso Bari; fu possibile, a quel punto, inaugurare il nuovo ingresso dell’ospedale e porre le basi per quella che poi sarebbe stata la nuova ala del nosocomio.
Senza questo prolungamento, inoltre, non avrebbe potuto sorgere neppure il quartiere San Lorenzo, il cui sviluppo edilizio fu permesso dal piano di fabbricazione approvato in quegli anni e che regolamentò l’edilizia triggianese per decenni, fino a quando venne approvato il piano regolatore generale nel 2008.
Insomma gli anni dell’amministrazione Campagna furono davvero importanti per Triggiano, una città in pieno sviluppo e dal grande dinamismo: per fare un altro esempio, fummo fra i primissimi in tutta la provincia di Bari ad ottenere l’allacciamento del gas metano. Quelle che oggi ci sembrano comodità garantite, sono invece il frutto dell’impegno e della dedizioni di tanti uomini come il Sindaco Campagna, classe 1924, ancora oggi attento osservatore della vita politica e sociale di Triggiano.

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Il sindaco Campagna e l’arciprete Don Vitangelo Dattoli