di R. Fiore

Qualche giorno fa parlavamo del progetto di variante del nodo ferroviario che porta ottime notizie per Bari, attraverso l’eliminazione di tutti i binari dalla fascia costiera, mentre scarica tutti i disagi e l’impatto di consumo del territorio su Triggiano.
Il progetto è stato portato avanti con il solito piglio peronista-populista dal governo regionale guidato da Michele Emiliano, con poche o nulle possibilità per i territori interessati di poter partecipare alle scelte strategiche.
Qualcuno, nei commenti si chiedeva dove fosse il problema per Triggiano… beata ingenuità!
Oltre alla variante del nodo ferroviario, oggi parliamo della nuova bretella Bari-Mola della SS 16: un progetto faraonico da 250 milioni di euro che anche in questo caso libera e alleggerisce il territorio di Bari per scaricare ogni impatto e disagio su Triggiano e Noicattaro.
Anche qui il modus operandi delle alte sfere è stato il medesimo: decisioni già prese e possibilità di dialogo limitate al pro-forma, nonostante l’impegno dei sindaci coinvolti, Donatelli e Innamorato, nel cercare di salvare il salvabile e limitare i danni.
Il progetto prevede una bretella a sei corsie che si dirama dalla Statale 100, all’altezza dello svincolo Mungivacca-San Pasquale, attraverso i territori di Triggiano e Noicattaro, per poi ricongiungersi al tracciato della SS 16 all’altezza di Mola (nella foto in alto il tratto rosso che squarcia il nostro territorio) .
Il tracciato in variante si sviluppa parallelamente alla ferrovia, ma i progetti – incredibile! – procedono autonomamente e senza essere coordinati. Qui viene la parte più interessante: i due viadotti (ferrovia e SS16) hanno altezze diverse e non si capisce perché nessuno abbia pensato ad armonizzarli secondo le stesse linee ingegneristiche per limitare il disastro su Triggiano. Fra le due opere, inoltre, si creerà uno iato, uno spazio di qualche centinaio di metri: sarà una «terra di nessuno» che ben presto diventerà la capitale pugliese del degrado e dell’inquinamento con una discarica a cielo aperto come ce ne sono già tante (ma questa sarà speciale per ampiezza).
Ovviamente inutile chiedere perlomeno di coordinare i due progetti o di ottimizzare il consumo di suolo e ridurre al minimo l’impatto ambientale  sul territorio di Triggiano.
Giganteschi piloni di cemento armato per sostenere una mega-viadotto da sei corsie, inquinamento enorme (è una delle strade più trafficate d’Italia), un vasto territorio tagliato anche dalle diverse viabilità di servizio che si intersecheranno in un dedalo. In tutto questo Triggiano non ci guadagna nulla, ma proprio nulla e si sacrifica sull’altare di un vassallaggio rispetto alla città capoluogo, nonostante il nostro paese abbia un territorio molto limitato e una delle densità abitative più alte in tutta la provincia di Bari.
Per modalità e sostanza questi atti ricordano molto le decisioni del regime fascista, che nel 1934 sottrasse a Triggiano il litorale di San Giorgio e a Noicattaro quello di Torre a Mare: come si dice spesso la storia è maestra di vita, ma non ha scolari che la ascoltino. A proposito: a Noicattaro c’è qualcuno che ha risollevato il problema e reclama il maltolto dal regime fascista: a Triggiano qualcuno ha anche solo sollevato il tema?
Vassallaggio rispetto al capoluogo e verso la politica regionale, dicevo, attitudine che ha caratterizzato spesso i nostri politici locali negli ultimi decenni, maestri nell’arte di girare la testa dall’altra parte e far finta di non accorgersi del disastro mentre Triggiano galoppava spedita verso il suo cupio dissolvi e verso l’irrilevanza politica (la vicenda del Fallacara insegna).
Quel poco che a questo punto si può fare è perlomeno coordinare i due progetti FS e SS16 e ridurre allo stretto indispensabile l’impatto di consumo del territorio, inoltre dovrebbe essere previsto per Triggiano un congruo ristoro economico per i danni subiti e il sacrificio sopportato.
Il progetto dovrà comunque essere sottoposto al consiglio comunale di Triggiano per la variante al PRG e si spera che quando questo avverrà i nostri rappresentanti tengano presente quanto sopra esposto.
A condurre questa fase sarà il prossimo presidente della Regione e il peggiore presidente possibile per gestire il dialogo e le decisione, sarà sicuramente Emiliano, che ha ampiamente dimostrato la sua indifferenza totale verso Triggiano (se non quando c’è da raccogliere voti).